
Thomas Heise a Firenze racconta la Germania invisibile
Il regista Thomas Heise arriva a Firenze per la 50esima edizione del Festival dei Popoli, domani, giovedì 5 novembre, presso lo Spazio Uno alle ore 18.30. Il Festival ha omaggiato il regista con una retrospettiva completa, inedita in Italia. Il regista ha raccontato la Germania dell’Est da dissidente. Ha raccontato il muro visto da quella parte dove il regime era totalizzante. “Ho sempre lavorato nella terra del nemico”. Così Heise ha detto in occasione del suo arrivo a Firenze. Il regista è stato per anni oggetto di violenta censura da parte degli organismi cinematografici ufficiali: solo negli ultimi anni è stato possibile vedere i suoi primi lavori e ricostituirli su altri formati dopo che i negativi originali erano stati distrutti. L’omaggio al regista tedesco si inserisce nelle più ampie manifestazioni organizzate dalla Regione Toscana in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino.
Allo Spazio Uno, per la quinta giornata del Festival, si parte alle 10 con l’omaggio al regista tedesco con due anteprime nazionali: MEIN BRUDER e EINSENZEIT. Alle 17.30 verrà proiettato VOLKPOLIZEI che nel 1985 fu bloccato e censurato e solo nel 2001 fu ricostruito. Alle 18.30 il regista tedesco incontrerà il pubblico alla presenza del direttore del Festival dei Popoli Luciano Barisone. Dalle 15.30 alle 17.30 il programma della quinta giornata prosegue con l’omaggio al 50esimo anno del Festival dei Popoli con la proiezioni d’archivio di TERMINUS di John Schlesinger, A SAINT-HENRI LE CINQ SEPTEMBRE di Hubert Aquin e BALTIE ZVANINI di Ivars Kraulītis.
Al Cinema Odeon, la quinta giornata del Festival, parte alle 15.00 con la prima europea di THE LAND OF JERRY CANS di Paola Piacenza. La pellicola è ambientata nel Kurdistan iracheno dove molti degli antichi peshmerga, un tempo eroi della nazione, sono diventati contrabbandieri, in azione lungo le porose frontiere dello stato per accaparrarsi beni il gasolio, importato dall’Iran a dorso di mulo perché in Iraq per loro non ce n’è. A seguire due anteprime nazionali: ARSY-VERSY di Miro Remo sulla vita di Lubos che fotografa i pipistrelli e BRONX PRINCESS di Yoni Brook e Musa Syeed su un ritratto di una ragazza brillante e testarda che dopo la fine della scuola decide di lasciare la madre a New York per tornare in Ghana dal padre.
Alle 17.00 l’anteprima mondiale di IN AMABILE AZZURRO di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato sulla regione Calabria, in quella che fu una parte della Magna Grecia. I due registi mostrano la tragedia della regione del sud, terra bellissima e desolata, teatro di sogni e speranze tradite, di gente perduta in balia del destino. Riflettori sul Canada, alle 19.00, con la prima italiana di PETROPOLIS di Peter Mettler, proiettato al Toronto Film Festival. Girato principalmente da un elicottero, Petropolis offre uno sguardo unico sul più grande impianto di estrazione di bitume al mondo. Il Festival prosegue con la prima italiana di ZUM VERGLEICH di Harun Farocki: attraverso lo studio di come si modifica nel mondo la produzione di mattoni, Farocki riflette sulle trasformazioni che le forme del lavoro hanno assunto nell’epoca del neoliberismo e della grande crisi economica.
In prima serata parte (21.30) l’anteprima nazionale di ALPHA AND AGAIN di Isaki Lacuesta sulla storia di Alpha, un rifugiato politico originario del Darfur, che abita a Melbourne, presentato in collaborazione con il CCCS - La Strozzina per "Realtà Manipolate". Segue la prima italiana, in Concorso, di NAURU, UNE ILE A LA DERIVE di Juliano Ribeiro Salgado. Siamo su un’isola microscopica, una piccola repubblica di ventuno chilometri quadrati che una volta era uno dei paesi più ricchi del mondo grazie ai suoi giacimenti di fosfato purissimo. Ma il fosfato oggi si è esaurito e il paese e i suoi abitanti sono diventati poverissimi.