
OMAGGIO A VITTORIO DE SETA
Mercoledì 23 novembre - A La Compagnia, la Casa del cinema documentario e dei festival internazionali, giornata omaggio dedicata a uno dei principali maestri del cinema documentario italiano: Vittorio De Seta.
L’evento, realizzato in collaborazione con Festival dei Popoli e promosso dal Quaderno del Cinemareale curato da Pinangelo Marino, inizierà alle ore 17:30 con la proiezione dei dieci corti diretti da De Seta tra il 1954 e il 1959 e inseriti nel 2008 nella collana multimediale "Il Mondo perduto".
(La proiezione dei corti è a ingresso libero).
Tra i dieci documentari brevi, tutti proposti nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, l’ultimo, I dimenticati, ha vinto il premio Giglio d’oro del Comune di Firenze alla prima edizione del Festival dei Popoli, nel 1959.
La giornata proseguirà alle ore 20:30 col cortometraggio d’animazione Vittorio De Seta, Maestro del cinema, diretto da Simone Massi e prodotto da Bo Film con MiBACT e ideato dal Quaderno del Cinemareale, presentato in anteprima mondiale alla 73° Mostra del Cinema di Venezia. L’opera è una favola che rievoca i personaggi dei corti de Il Mondo perduto – quei pescatori, contadini, minatori e pastori dell’Italia del Sud degli anni '50 e '60, protagonisti dell’esplorazione antropologica del regista palermitano – creando inoltre dei parallelismi tra questi e i migranti di oggi.
A chiudere la giornata-evento, sarà Banditi a Orgosolo, nella copia restaurata dalla Cineteca di Bologna. Per il lungometraggio, vincitore del premio come miglior opera prima a Venezia nel 1961, De Seta utilizzò attori non professionisti. Ambientato tra le rocce della Barbagia, il film racconta la storia del giovane pastore Michele. Accade un furto di bestiame e sebbene Michele sia innocente, è lui che viene accusato: di abigeato e dell’uccisione di un carabiniere. Michele, benché innocente, si dà alla macchia. Rifugiatosi nelle montagne, viene inseguito dai carabinieri e finisce col perdere tutto il suo gregge. Colto dalla disperazione, ruba il gregge ad un altro pastore, trasformandosi così da vittima di una falsa accusa a bandito.
In un’epoca in cui i registi in Italia praticavano quasi esclusivamente la postsincronizzazione, Vittorio De Seta, con la scelta di prediligere il suono in presa diretta, fu un innovatore. La sua forte capacità analitica e la ricerca della “teatralità” nella composizione dell’immagine, gli hanno permesso di entrare a pieno titolo nell’Olimpo dei grandi autori del cinema italiano.