
DAHOMEY
Benin, Francia, Senegal | 2024 | 68 min | col.
Nel 2017, Emmanuel Macron annuncia che 26 sculture verranno restituiti dalla Francia al Benin (prima Regno di Dahomey, poi Repubblica di Dahomey, oggi Repubblica del Benin). L’avvenimento scatena un dibattito pubblico tra i giovani, che si interrogano sulla possibilità di una restituzione che non sia solo materiale: che cosa rimane di una cultura che è stata saccheggiata da un colonialismo predatore? Mati Diop, regista francese di origine senegalese, si è aggiudicata l’Orso d’Oro alla Berlinale 2024 con questo documentario vibrante, dove le statue prendono vita tra i corridoi in penombra del museo, mentre le immagini di un’agorà di giovani rimbalzano attraverso gli schermi dei telefonini in tutto il paese, giungendo fino a noi, in un montaggio che procede tra un colpo e un respiro, catalizzando gli spettatori nelle istanze che propone. Un film militante e lirico, dove la cultura si manifesta come afflato vitale che attraversa nel tempo oggetti e persone, per farne un corpo unico. (t.p.)