Storia
Fondato nel 1959 da un gruppo di studiosi di scienze umane, antropologi, sociologi, etnologi e mass-mediologi, l’istituto italiano Festival dei Popoli è impegnato da sessanta anni nella promozione e nello studio del cinema di documentazione sociale.
L’attività dell’associazione consiste in primo luogo nell’organizzare, a Firenze, il principale festival internazionale del film documentario in Italia. Dal 2008 al 2010 si è tenuta anche un’edizione a New York (NYDFF – New York Documentary Fim Festival). L’Istituto ha inoltre al suo attivo una vasta rete di collaborazioni per la diffusione della cultura del documentario in Italia e all’estero. Parallelamente, il Festival dei Popoli porta avanti l’attività di conservazione del proprio archivio (che conta oltre 25.000 titoli, tra video e pellicole) ed è attivo nel campo della formazione, organizzando corsi e workshop rivolti a filmmaker e aspiranti documentaristi.
Nel corso degli anni, il Festival dei Popoli ha dedicato retrospettive e omaggi ai grandi maestri del cinema come Jean Renoir, Jean-Luc Godard, John Cassavetes, Ken Loach, Nagisa Oshima, Lindsay Anderson, Aleksandr Sokurov, Jørgen Leth, Raymond Depardon, André Sauvage, Vincent Dieutre, Sergei Loznitsa.
Dal 2008, la sezione “Filmmaker in Focus” presenta ad ogni nuova edizione una personale dedicata ad un regista che si è distinto nel campo del documentario per la ricchezza del proprio linguaggio espressivo. La retrospettiva costituisce la preziosa occasione per approfondire la conoscenza di un autore, del bagaglio delle sue esperienze, professionali e umane, mettendo in contatto il pubblico con opere poco note o di difficile reperimento.
Tra i filmmakers in focus delle passate edizioni ricordiamo: Claire Simon, Thomas Heise, Peter Mettler, Isaki Lacuesta, Andrés Di Tella, Marcel Łoziński e Paweł Łoziński, Jos de Putter, Mary Jimenez, Danielle Arbid, Kazuhiro Soda, Roberto Minervini.
Nel 2009, in occasione del 50° anniversario, il Festival dei Popoli ha presentato la retrospettiva “The Feeling of Being There. 1958-1965: sette anni di cinema documentario”, selezione di 24 cortometraggi che hanno segnato la storia del cinema documentario in un periodo di grande fervore creativo che corrisponde alla nascita del Festival dei Popoli.
A partire dall’edizione 2014, il Festival dei Popoli ha sviluppato un progetto pluriennale vòlto a dar rilevanza ai molteplici mestieri essenziali nella realizzazione di un film, spesso frutto di impareggiabile abilità artigianale. Nella sezione “I Mestieri del Cinema” sono stati invitati alcuni tra i più accreditati professionisti di fama internazionale per conoscere i mestieri del cinema, con particolare attenzione alle specificità del film documentario. Tra questi ricordiamo: Dominique Auvray per il montaggio, Wojciech Staroń per la fotografia, Sergio Oksman per la scrittura.
Attraverso le sue sezioni tematiche, il Festival dei Popoli si è occupata di volta in volta di architettura e di evoluzione del paesaggio urbano, di tematiche legate all’immigrazione, ai nuovi culti, del rapporto tra immagini e potere. Tra le più recenti: “Alì nella città – Derive ed approdi dei migranti contemporanei”, “Looking for Neverland”, “Effetto Domino – Sogni ed incubi del Potere Contemporaneo”, “Habitat”.
Nel 2019, in occasione del 60° anniversario, la retrospettiva “Diamonds are Forever ” ha proposto una selezione di 20 “momenti di grande di cinema” – realizzati nell’arco degli ultimi sessanta anni da autrici e autori di fama internazionale e riuniti in un collier dal valore inestimabile.
A partire dal 2013, il festival si è arricchito di un nuovo spazio, Doc at Work, articolato in un co-production market dedicato al documentario d’autore, incontri, workshop, dibattiti con gli autori e con gli ospiti del festival, presentazioni di libri e DVD, in un programma che si propone di alimentare la riflessione sul documentario come linguaggio della contemporaneità. L’evento, che si affianca alla consueta rassegna della migliore produzione documentaristica contemporanea, si costituisce come spazio dove immaginare, costruire e finanziare il cinema del futuro.
Dal 2017 Doc at Work si concentra sul lavoro svolto dalle scuole di cinema, nella convinzione che la loro attività rivesta un’importanza strategica non solo per la formazione, ma per l’intero settore audiovisivo. Considerando le scuole di cinema gli avamposti da cui osservare il lavoro dei giovani talenti e le “palestre” nelle quali si allenano e si sperimentano le nuove generazioni di cineasti, “Doc at Work – Campus” vuole entrare in dialogo e sostenere l’attività delle scuole italiane e straniere più rappresentative con l’obiettivo di far conoscere i loro giovani autori al pubblico, alla stampa e agli addetti ai lavori.