DARIA’S NIGHT FLOWERS

Francia, Iran, UK | 2025 | 26 min | col. | Farsi

Daria ha composto il suo primo romanzo dedicandolo a una misteriosa ragazza chiamata ‘abi’ [‘blu’, in lingua farsi] di cui è innamorata. I fiori notturni nel suo giardino nascondono i segreti di un paese che ha trasformato le storie d’amore tra donne in atti criminali. Con il suo ultimo corto, l’artista sperimentale iraniana Maryam Tafakory conclude una trilogia di opere realizzate scavando nell’archivio del cinema iraniano pre- e post-rivoluzionario per metterlo in discussione. Se Mast-Del (2023) è incentrato sul racconto che una donna fa a un’altra donna mentre sono sdraiate a letto e Razeh-del (2024) parla di due ragazze del liceo che scrivono ad un giornale femminile, per Daria’s Night Flowers la regista ha attinto a dozzine di film in lingua persiana, tra classici e titoli poco noti, per tessere una storia di gelosia, ambizione repressa e soppressione creativa. Tra il film-saggio e la finzione onirica, un magnifico poema per immagini dedicato alle donne “rese inquiete da desideri illeciti”. (A.S.)

  • 00

    giorni

  • 00

    ore

  • 00

    minuti

  • 00

    secondi

Ora locale

  • Fuso orario: America/New_York
  • Data: 08 Nov 2025
  • Ora: 10:30

Sala

Cinema Astra
Cinema Astra - Piazza Cesare Beccaria, 9 50121 Firenze (FI)
Maryam Tafakory

Regista

Maryam Tafakory

Maryam Tafakory, nata e cresciuta in Iran, lavora nel campo del cinema e della performance. Le sue opere sono state proiettate in anteprima al MoMA, al BOZAR, alla National Gallery of Art e all'Academy Museum, tra gli altri. Tra le proiezioni selezionate figurano la Tate Modern, la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, il New York Film Festival, il Locarno Film Festival e il Toronto International Film Festival. Tra i premi ricevuti figurano il Gold Hugo al 58° Chicago Int’l Film Festival, il Tiger Short Award al 51° IFFR e il Best Experimental Film al 70° e 71° MIFF. È stata la vincitrice del Film London Jarman Award 2024. Il suo lavoro è stato recensito da The Guardian, Le Monde e Les Cahiers du Cinéma.

Scorri verso l'alto