IT’S NEVER OVER, JEFF BUCKLEY
USA | 2025 | 106 min | col. | Inglese
La parabola di Jeff Buckley è materia da romanzo. Una storia di predestinazione, a tratti quasi di reincarnazione: un destino ineluttabile. Più Jeff cercava di discostarsi da un padre geniale - figura assente e autodistruttiva - più finiva per assomigliare a quel modello ingombrante, come fosse prigioniero di un sortilegio. Gentile e aperto laddove il padre era scostante, dedito al rock’n’roll (un impossibile mix di Nina Simone e Led Zeppelin) anziché a una forma personale di folk dalle derive astrali, accomunati dalla fine prematura. Ma il film di Amy Berg – già avvezza all’esplorazione di figure tragiche, con Janis: Little Girl Blue – mette in chiaro il suo intento di privilegiare il lato intimo dell’artista e le testimonianze di chi è stato vicino a Jeff nella buona e nella cattiva sorte. Solo conoscendo a fondo l’uomo, sembra dirci Berg, possiamo trovare risposte ai molti quesiti che lo circondano ed elaborare il vuoto lasciato in molte vite. (E.S.)
