MONANGAMBÉÉÉ

Francia, Angola, Algeria | 1969 | 17 min | b.n. | v.o.  Portoghese, Makonde

Con Monangambééé, Sarah Maldoror inaugura un cinema che rompe il silenzio coloniale con poesia e fuoco. Tratto da un racconto di José Luandino Vieira, il film racconta l’arresto di un militante angolano e l’incomprensione che lo condanna: la semplice richiesta di portare un “piatto completo” viene scambiata per un messaggio cifrato. Ne scaturisce un’atroce tortura, raccontata con sguardo essenziale, profondamente umano. La musica free jazz dell’Art Ensemble of Chicago non accompagna: vibra, urla, risuona con i corpi. Il film è una denuncia politica, ma anche un atto d’amore per i gesti resistenti. Maldoror filma il dolore senza mai cedere al voyeurismo, e compone un’opera che è già classica nella sua radicalità formale. Un esordio fulminante. (L.F.)

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Ora locale

  • Fuso orario: America/New_York
  • Data: 04 Nov 2025
  • Ora: 12:30

Sala

The Recovery Plan
Via Santa Reparata, 19R, 50129 Firenze FI
Sarah Maldoror

Regista

Sarah Maldoror

Sarah Maldoror (1929–2020) è stata una regista francese, panafricana d’adozione, voce rivoluzionaria e prima donna cineasta del cinema africano. Ha raccontato guerre di liberazione delle ex colonie portoghesi, con un’attenzione particolare al ruolo delle donne nella lotta. Dopo aver fondato nel 1956 la prima compagnia teatrale di attori neri in Francia, I Griot, nel 1966 è già assistente alla regia di Pontecorvo per La battaglia di Algeri, e poi di William Klein in Festival panafricain d’Alger (1969). Il suo primo lungometraggio è anche il primo realizzato da una regista africana nella storia: Sambizanga (1972). Tra le altre sue opere principali abbiamo: il corto d’esordio Monangambééé (1969), Aimé Césaire, un homme une terre (1976), Aimé Césaire – Le Masque des mots (1987), Portrait de Assia Djebar (1989) e Léon G. Damas (1994).

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