Tatiana_Huezo_festivaldeipopoli

Omaggio a Tatiana Huezo

La regista Tatiana Huezo, tra le più importanti voci emergenti del cinema internazionale dell’ultimo decennio, premiata all’ultimo Festival di Berlino con il premio per il Miglior documentario per El eco (2023), sarà una delle ospiti speciali della 64esima edizione del Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, in programma a Firenze dal 4 al 12 novembre.

Da quindici anni Tatiana Huezo racconta con passione l’anima profonda di un paese bello e doloroso, pieno di ferite e di contraddizioni. La regista - nata a San Salvador e poi trasferita a Città del Messico - sarà omaggiata da una retrospettiva dei suoi lavori, la prima in Italia, e incontrerà il pubblico in occasione di una masterclass

Attiva principalmente in ambito documentario, ha esordito nel 2008 con Retrato de familia ed è tornata nel proprio paese per filmare El lugar más pequeno (2011) per poi affermarsi con il capolavoro Tempestad (2016), doloroso viaggio nella memoria e nei luoghi delle donne scomparse nello Yucatan messicano. Il successivo Prayers for the Stolen (2021), premiato con la menzione speciale all’interno della sezione Un certain regard del Festival di Cannes, è un sensibile e tormentato romanzo di formazione in cui alcune ragazze vivono la loro giovinezza tra gioie e paure, in un contesto sociale e comunitario segnato dalla violenza dei tanti rapimenti ad opera dei cartelli criminali. Il suo ultimo lavoro, El eco (2023), è stato presentato al Festival di Berlino 2023, ricevendo il premio per la Miglior regia della sezione Encounters e il Miglior documentario. Il film, che include anche elementi di finzione, ritrae i bambini di un villaggio isolato “El Echo”, negli altopiani messicani, dove questi si prendono cura dei loro anziani.

Ha spiegato il direttore artistico del Festival dei Popoli Alessandro Stellino: “Si tratta di una regista che seguiamo fin dai suoi esordi e che con pochissimi film all’attivo ha già raggiunto uno statuto di primo piano a livello internazionale, come dimostra l’importante riconoscimento tributatole all’ultima Berlinale. Il suo cinema è unico, politicamente consapevole e dal forte impianto cinematografico, narrativo e lirico, affronta alcune tra le tematiche più drammatiche della società messicana contemporanea traducendole in una visione che non lascia mai indifferenti. Attraverso lo sguardo delle donne, a volte bambine, racconta con profonda sensibilità un mondo mitico e ancestrale ma anche i crinali più pericolosi oltre i quali a volte si sporge e si perde l’innocenza. Tutti i suoi film sono in questo senso forme di resistenza e di lotta, prese di posizione a favore della libertà dei singoli e delle comunità, e allo stesso tempo poetiche preghiere per tutto ciò che è stato loro tolto e negato”.

Scorri verso l'alto