FDP Progetto senza titolo (3)

Sguardi al Femminile

Tutti i film della sezione Diamonds Are Forever curata da Alina Marazzi per il 63° Festival dei Popoli

Nel comporre il programma, che propone sguardi femminili che spaziano dagli anni ’70 del secolo scorso fino al nostro presente, l’intento è stato quello di andare alla riscoperta di pellicole dimenticate, spesso opere uniche nel percorso delle loro autrici.

È il caso dei sorprendenti Il valore della donna è il suo silenzio di Gertrud Pinkus e O movimento das coisas di Manuela Serra, entrambi documentari degli anni ’80 raramente mostrati al pubblico: due film che raccontano rispettivamente l’esperienza dell’emigrazione italiana in Germania e quella della vita contadina nel Portogallo attraverso lo sguardo di protagoniste in cerca di riscatto ed emancipazione. 

Autonomia sentimentale e indipendenza economica sono al centro della storia d’amore in De cierta manera, l’unico lungometraggio di Sara Gomez: la regista cubana mette in discussione l’eredità di una società coloniale razzista e maschilista intrecciando cinema d’inchiesta, osservazione etnografica e cinema politico.

Altri sono titoli di registe riconosciute nel panorama del cinema femminista, come Joyce Chopra che, in stile “direct cinema”, con Joyce at 34 offre un ritratto autobiografico che interroga il mai risolto dilemma della scelta tra maternità e professione, e Agnes Varda che, con la sua consueta intelligenza e delicatezza, in Les glaneurs et la glaneuse ci conduce in un’inedita peregrinazione che interroga questioni di forma e contenuto fondamentali di una certa metodologia filmica femminista privilegiando materiali informali e frammentari, spesso uniche tracce rimaste della vita quotidiana delle donne

Il film della Varda fornisce una perfetta chiave di accesso a Daughters of Chaos di Marjorie Keller e Sink or Swim di Su Friedrich, entrambi film sperimentali che si focalizzano sull’età dell’adolescenza utilizzando pellicole a formato ridotto e il found footage. Infine, in The Super8 Years, è sempre il Super8 il supporto con cui la scrittrice Annie Ernaux recupera la sua immagine del passato, sfuocata e talvolta ai margini dell’inquadratura, per metterla al centro di un’auto-narrazione incentrata sulla propria voce narrante. (Alina Marazzi)

Iniziativa realizzata nell’ambito del “Progetto per la catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione degli archivi Festival dei Popoli e Mediateca Toscana”, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, con il contributo di Regione Toscana e Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

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