ULRICH SEIDL festival dei popoli

Omaggio a Ulrich Seidl

Il regista austriaco è uno degli autori più irriverenti e discussi del cinema degli anni 2000: gli esordi sono in ambito documentario, forma che gli permettere di indagare stranezze e ossessioni dell’essere umano come fossero riflesse in uno specchio convesso e deformante. Portando avanti una ricerca stilistica in grado di coniugare la distanza dello sguardo e la prossimità delle esistenze filmate, l’approccio si fa via via più raffinato e pungente, con l’apertura a dimensioni dichiaratamente finzionali.

Il successo internazionale arriva con Canicola, lungometraggio che gli è valso il Gran premio della giuria alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2001. Presenta poi a Import/Export (2007), sulla spersonalizzazione dei corpi, e nel 2012 ancora a Venezia la prima parte di una trilogia di finzione composta da Paradise: Love, Paradise: Faith e Paradise: Hope, con personaggi e tematiche ricorrenti. Con In the Basement (2014) ritorna al documentario raccontando il rimosso di un intero paese per mezzo di un’indagine sulle cantine degli austriaci e ciò che vi è conservato (e nascosto).

Al 64° Festival dei Popoli verrà presentato, in anteprima italiana, il suo ultimo film Wicked Games Rimini Sparta, film composito in cui si intrecciano le storie di due fratelli tra l’Italia e la Romania.

Il regista sarà presente al festival il 5 e 6 novembre per introdurre il film e incontrare il pubblico in una masterclass aperta.

Evento realizzato con il sostegno del Forum Austriaco di Cultura Roma

WICKED GAMES RIMINI SPARTA

(Austria, Germania, Francia, 2023, 205')

Le tormentate vicende di due fratelli, figli di un anziano genitore ormai sofferente di demenza senile, si alternano nel film fiume di Ulrich Seidl. A Rimini il cantante un tempo di successo Richie Bravo ora si esibisce soltanto per un pubblico di anziani turisti, costretto di quando in quando a prostituirsi e ad affittare la propria villa per guadagnarsi da vivere. E quando sua figlia, abbandonata in tenera età, fa capolino nella sua vita per chiedere tutto quello che le è stato negato la situazione si complica ulteriormente. Ewald vive invece in Romania, dove lavora come tecnico industriale e lascia la fidanzata quando alcune sue pulsioni nascoste prendono il sopravvento, al punto da spingerlo a lasciare il lavoro e la donna per trasferirsi nell’entroterra, dove aprirà una scuola di judo che potrebbe aiutarlo a sopire le sue inclinazioni. Un’opera struggente sull’assenza delle madri e su due figure di padri mancati, apice dolente del cinema di un lucidissimo osservatore del nostro tempo.

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